Nel panorama dell’audio professionale, i radiomicrofoni rappresentano una soluzione molto utilizzata per eventi, spettacoli e produzioni audiovisive, ma anche per conferenze e presentazioni. In questo articolo, dopo un’introduzione generale, analizzeremo le normative italiane sulle radiofrequenze con gli ultimi aggiornamenti recepiti dal PNRF 2025 e le problematiche di compatibilità. Prenderemo quindi in considerazione i trasmettitori a mano e i sistemi con microfono ad archetto / lavalier + bodypack, con riferimento alle soluzioni proposte da Audio Effetti.
I radiomicrofoni, costituiti da un trasmettitore e un ricevitore, basano il loro funzionamento sulla tecnologia VHF / UHF analogica, o digitale, per consentire una trasmissione stabile e affidabile di un segnale vocale. La trasmissione UHF analogica utilizza la modulazione FM, molto simile a quella impiegata nella radiofonia “tradizionale” (non DAB), ma con alcune differenze tecniche e funzionali, dovute a una larghezza di banda più stretta, a frequenze operative più alte e soprattutto al fatto che si tratta di una trasmissione point to point, diversamente da quella broadcast.
Lato trasmettitore, sarà comunque sempre presente una capsula microfonica, di tipo dinamico o a condensatore, integrata nel radiomicrofono a mano (che include anche la sezione trasmittente vera e propria, con la sua antenna) o collegata separatamente allo stesso, nel caso dei microfoni ad archetto o lavalier.
Il ricevitore, potrà invece essere sia di tipo a montaggio rack (mezzo rack o 19”) oppure anch’esso di tipo beltpack, anche se più raramente in quanto il ricevitore stesso va poi connesso in maniera cablata all’impianto audio a valle, diversamente dal caso dei sistemi Intercom o IFB, entrambi bidirezionali.
La scelta del radiomicrofono giusto dipende dal contesto d’uso, dalla mobilità richiesta e dalla qualità audio desiderata. Esistono, infatti, sistemi microfonici wireless dove non è richiesta necessariamente una qualità elevatissima, tipo contesti non critici come presentazioni o attività sportive, e altri invece in cui la qualità audio è basilare, come nei concerti dal vivo o nella presa diretta per il cinema e la pubblicità. Il range di costo varia, naturalmente, di conseguenza.
Una cosa, però, è certa: la massima portata possibile e soprattutto l’attitudine a non sganciare sono sempre requisiti ben accetti indipendentemente dall’ambito di utilizzo.
Questo è da sempre uno degli argomenti più “spinosi” legati all’utilizzo dei radiomicrofoni e in generale dei sistemi wireless.
A partire dal 1° Luglio 2022, infatti, la banda di frequenze UHF che va da 698 a 790 MHz non è più utilizzabile per i radiomicrofoni, poiché è stata definitivamente assegnata ai servizi mobili 4G / 5G, come da regolamentazione aggiornata del Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze (PNRF).
Il PNRF ha subito numerose modifiche nel corso degli anni, per far fronte alla diversa occupazione di banda conseguente alle nuove tecnologie, da ultima il 5G. Quest’anno, il piano ha recepito le direttive della Conferenza Mondiale delle Radiocomunicazioni (WRC-23) e ha ufficializzato nuove bande esenti da licenza per i radiomicrofoni.
Questa riassegnazione delle bande di frequenza, se da un lato ha regolamentato quella che poteva essere definita una vera e propria “giungla”, ha creato non pochi grattacapi agli operatori del settore, che in breve tempo hanno dovuto adeguarsi e incominciare a lavorare – quando hanno potuto – su frequenze diverse, scontrandosi con problematiche legate ad interferenze dovute a spettro elettromagnetico "contaminato", spesso non risolvibili se non con espedienti che eludono le normative.
Sottolineiamo “quando hanno potuto” poiché, come sappiamo, i radiomicrofoni sono venduti secondo banchi, o blocchi di frequenze (principalmente UHF) che si scelgono al momento dell’ordine e con il riassetto delle stesse non è detto che le nuove siano supportate dagli apparecchi già in loro possesso, col risultato – nel caso peggiore – di doverli sostituirle completamente, o aggiornare a costi talvolta elevati.
La banda da 698 a 790 MHz, che è stata interdetta, era molto utilizzata dagli operatori prima che fosse destinata al 4G, soprattutto da quando sono stati costretti a scendere sotto gli 800 MHz nel 2013 a seguito dell’avvento del DVB-T. La banda 470 – 694 MHz rimane utilizzabile per i radiomicrofoni, ma solo come uso secondario, cioè subordinato ai servizi primari (TV digitale terrestre). Il problema dell’intercanale televisivo riguarda proprio l’uso delle frequenze tra i canali TV digitali terrestri (DVB-T) da parte dei radiomicrofoni professionali, in particolare in questa banda. Questi spazi, detti intercanali, sono tecnicamente liberi ma presentano criticità operative, fra le quali l’obbligo di spegnimento in caso di interferenze.
Infine, il micro-range da 734 a 736 MHz è confermato come non idoneo, troppo vicino a servizi interferenti e con larghezza insufficiente (2 MHz) per le esigenze operative del settore.
I radiomicrofoni a mano sono ideali per presentazioni, interviste e performance vocali. Offrono praticità e controllo diretto, dispongono di un display per la visualizzazione del canale, o della frequenza, e dello stato delle batterie.
In genere, l’antenna è sempre integrata all’interno del corpo. La potenza trasmissiva massima è attualmente compresa fra 10 e 50 mW ERP, a seconda della banda. Ricordiamo che ERP è una misura della potenza effettiva con cui un segnale radio viene irradiato, che tiene conto anche del guadagno dell’antenna e di eventuali perdite di linea.
Un valore tipico è quello di 25 mW, anche se nei radiomicrofoni a mano si preferisce stare su potenze di 10 mW per evitare un eccessivo surriscaldamento del corpo che potrebbe diventare sgradevole per chi li maneggia durante lunghe sessioni d’uso.
I trasmettitori a mano, e non solo, sono dotati di compander (compressor + expander) che consente di massimizzare la qualità audio anche con bassa potenza trasmissiva. Il problema è però dato dal fatto che i compander, nei sistemi wireless analogici, sono proprietari e quindi il trasmettitore di una marca non può essere utilizzato con il ricevitore di un’altra, salvo qualche eccezione.
Esempi di radiomicrofoni a mano UHF dal catalogo Audio Effetti sono:
Tutti i modelli sono abbinati al rispettivo ricevitore, e il range di frequenze è selezionabile al momento dell’ordine.
Quando il presentatore ha bisogno di libertà totale di movimento, la soluzione appena vista non è però adeguata. E proprio in questo caso entrano in gioco i microfoni ad archetto, chiamati in inglese headworn o headband, oppure i lavalier.
In questo caso si separa fisicamente la capsula microfonica dal trasmettitore (bodypack), che tipicamente si aggancia alla cintura o all’abito, tramite un’apposita clip. Sia l’una che l’altra tipologia di microfoni è adatta a un uso specifico.
Perfetti per performer, insegnanti e presentatori, i microfoni ad archetto garantiscono stabilità e comfort, una volta indossati. Per particolari tipi di utilizzo, come concerti dal vivo di performer sul palco che devono muoversi e ballare, piuttosto che istruttori di fitness, avere una capsula resistente all’umidità e al sudore è indispensabile. In molti casi questi microfoni devono essere completamente occultati sotto vestiti e parrucche, tipicamente in ambito teatrale (opere ecc.). In questo caso, le dimensioni miniaturizzate sia dell’astina reggi microfono (mini-boom) che della sola capsula sono importanti. Se i microfoni ad archetto comprendono anche gli auricolari, o le cuffie, allora si parla più propriamente di headset.
I microfoni lavalier (detti anche microfoni a cravatta o lapel), invece, sono più indicati per riprese video, o nel broadcasting in generale, conferenze ecc., dove la discrezione e la libertà di movimento sono essenziali. Solitamente vengono agganciati al colletto, alla cravatta o al bordo della camicia.
Esempi di sistemi di radiomicrofoni UHF con archetto + bodypack, dal catalogo Audio Effetti, sono:
Esempi invece di sistemi wireless UHF con microfono lavalier + bodypack sono:
Questi, naturalmente, sono soltanto alcune proposte e frequentemente sono disponibili kit misti comprendenti sia microfoni ad archetto che lavalier.
Elemento centrale di ogni sistema di radiomicrofoni, il ricevitore è responsabile della decodifica del segnale audio trasmesso via radio dal trasmettitore. Il ricevitore non si limita a “ricevere”: gestisce la stabilità della trasmissione, la qualità del segnale, e la compatibilità con più trasmettitori in ambienti complessi.
I modelli di maggior pregio adottano il sistema True Diversity, che impiega due antenne e due circuiti di ricezione indipendenti: il segnale migliore viene selezionato in tempo reale, riducendo drasticamente le perdite e le interferenze. Questo è particolarmente utile in ambienti affollati o con ostacoli fisici.
Molti ricevitori offrono sincronizzazione automatica via infrarossi, permettendo di trasmettere la frequenza selezionata direttamente al trasmettitore compatibile, semplificando la configurazione e riducendo gli errori manuali. Inoltre, i ricevitori professionali gestiscono diversi banchi di frequenze, spesso organizzati in canali pre-programmati, per facilitare l’uso simultaneo di più canali senza interferenze o sovrapposizioni di frequenza.
A seconda del modello, il ricevitore potrà essere:
Le uscite audio sono tipicamente XLR bilanciate, jack o mini-jack da cui esce il segnale mixato e talvolta anche uscite digitali, secondo il livello d’integrazione richiesto.
Nei sistemi wireless per le camere, in genere il ricevitore ha le stesse dimensioni di quelle del bodypack, o simili, in quanto è pensato per essere montato sulla camera nell’apposito slot sulla presa hot shoe delle mirrorless. I ricevitori per camera link più sofisticati dispongono della funzione IFB (Interrupted Feedback), che prevede un canale di ritorno secondario per consentire al fonico, o al regista, di comunicare con l’attore o il giornalista che indossa il bodypack, per fornire indicazioni di servizio, attuando di fatto una comunicazione inversa.
In conclusione, i sistemi di radiomicrofoni, in tutte le loro declinazioni, costituiscono una soluzione versatile e professionale per la trasmissione vocale wireless. La scelta del sistema giusto dipende dal contesto operativo, dalla qualità richiesta e dalla compatibilità normativa. Grazie alle ultime tecnologie, inclusa la trasmissione digitale in Wi-Fi a 2,4 GHz, alla gestione intelligente delle frequenze e alla sincronizzazione via infrarossi, questi dispositivi garantiscono stabilità, affidabilità e prestazioni elevate anche in ambienti complessi. Audio Effetti propone una gamma selezionata di modelli capaci di rispondere a tutte queste esigenze, che troverete elencati qui.
Per maggiori informazioni contatta il tuo agente di zona o scrivi una mail a info@audioeffetti.it.