Le ultime tecnologie AV per conferenze e didattica

Data di pubblicazione: 17 ottobre 2025
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Dall’intelligenza artificiale alle soluzioni integrate, gli ambienti professionali e formativi stanno vivendo una profonda trasformazione grazie all’innovazione tecnologica nel settore audiovisivo. Le nuove soluzioni AV elevano la qualità della comunicazione, rendendo ogni intervento più chiaro, dinamico e coinvolgente. Sistemi intelligenti di tracciamento per camere PTZ, switcher e encoder per lo streaming, microfoni e diffusori beamforming contribuiscono a creare esperienze interattive e immersive. In presenza o da remoto, queste tecnologie favoriscono una collaborazione più efficace e una didattica realmente inclusiva.

Negli ultimi anni, e in particolare dal 2020, il mondo della conferenza e della didattica ha vissuto una trasformazione radicale, sospinto da tecnologie AV sempre più intelligenti, flessibili e scalabili. Dalle telecamere PTZ con tracciamento automatico del soggetto alle soluzioni video per il live streaming, fino ai sistemi audio pensati per ambienti collaborativi, il panorama si è arricchito di strumenti capaci di abbattere le barriere fisiche e migliorare l’esperienza comunicativa.

In una sala conferenze, o in un’aula multimediale, oltre naturalmente a un display o videoproiettore per la visualizzazione dei contenuti di cui parleremo in separata sede, troveremo (quasi) sempre queste tipologie di apparecchi:

  • Una (o più) telecamere, tipicamente PTZ
  • Uno switcher, o mini-switcher, video
  • Un encoder streaming per le dirette live, se richieste
  • Un impianto audio costituito da microfoni, mixer e diffusori per la sonorizzazione della sala

Telecamere PTZ, ora anche “intelligenti”

Le telecamere PTZ sono ormai un punto fermo per aule universitarie, sale conferenze e ambienti ibridi. La loro capacità di essere remotate, di offrire uno zoom ottico potente e consentire movimenti Pan / Tilt fluidi, le rende ideali per riprese dinamiche e professionali. Ma il vero salto di qualità è arrivato con l’integrazione dell’AI.

I modelli più recenti, come quelli della serie PTZOptics Move 4K e Link 4K, includono funzioni avanzate di auto-tracking basate sull’intelligenza artificiale, che permettono alla telecamera di seguire automaticamente il relatore in movimento, regolando anche lo zoom in tempo reale. Queste modalità di tracciamento includono:

  • Auto-Tracking Composition Mode: mantiene il soggetto in una posizione predefinita (centrato, laterale) anche durante i suoi spostamenti
  • Dynamic Zoom Mode: regola lo zoom in modo fluido per mantenere il soggetto sempre ben inquadrato all’interno del frame
  • Inquadratura automatica multipla: utile per tavole rotonde e team meeting, in cui più soggetti devono essere ripresi simultaneamente
  • Voice Tracking: la telecamera si orienta automaticamente verso l’oratore

La tecnologia Voice Tracking merita sicuramente una parola in più. Disponibile, al momento, in versione Beta per i modelli 4K, consente di orientare la PTZ stessa automaticamente verso l’interlocutore che in quel momento sta parlando tramite uno (o più) microfoni beamforming fra l’elenco di quelli compatibili. I microfoni devono far parte della stessa rete Ethernet (Dante) alla quale è collegata la camera e sono in grado di riconoscere il punto in cui si trova lo speaker inviando le coordinate x/y come metadati che la camera è in grado di leggere e di conseguenza muovere il gruppo ottico per inquadrare la persona. Questa funzionalità è molto utile in quelle conference room in cui non è presente un microfono per ogni relatore.

 

Queste funzioni eliminano la necessità di un operatore dedicato, riducono i costi e semplificano la gestione tecnica, rendendo le PTZ uno strumento chiave per la didattica moderna e gli eventi istituzionali.

Oltre ai prodotti dell’americana PTZ Optics, Audio Effetti propone anche Datavideo. Per chi invece cerca un’opzione più economica, è disponibile la HUDDLECAMHD HUDDLEPAIR, una proposta entry level che integra una webcam e uno speakerphone wireless, offrendo così una soluzione completa per videoconferenze di base.

 

Switching video: regia compatta, ma allo stesso tempo potente

Nella maggior parte dei casi, dietro ogni conferenza c’è un sistema di switching video che gestisce le sorgenti, le transizioni e la distribuzione dei contenuti. 

È utile, in particolare, per gestire via LAN la camera PTZ, mixare (eventuali) ulteriori sorgenti video come il PC del relatore, embeddare nel program anche l’audio, generare un flusso in uscita USB per essere utilizzato con qualsiasi software / piattaforma di videoconferenza e registrare su memoria a stato solido il segnale program.

Tra le soluzioni più affidabili e diffuse troviamo quelle di Blackmagic Design e Datavideo, entrambe pensate per ambienti professionali e formativi.

  • Blackmagic ATEM Mini Pro: switcher video con 4 ingressi HDMI, uscita webcam USB e HDMI; permette di registrare in H.264 e di trasmettere in streaming  

 

 

  • Datavideo SE-500HD: switcher video digitale compatto ed economico con 4 ingressi HDMI e 2 uscite HDMI, compatibile con segnali HD e SD fino a 1080p.

 

Streaming: dirette professionali, senza compromessi

La trasmissione in tempo reale è ormai una necessità. I dispositivi per lo streaming devono garantire stabilità, compatibilità multipiattaforma e facilità d’uso.

La base del live streaming è costituita dagli encoder, che possono essere sia software che hardware e integrati addirittura nel mixer video o nello switcher. La loro funzione è quella di comprimere il segnale per ridurre l’occupazione di banda, che nel caso di un video non compresso, è enorme. 

Gestire grandi quantità di dati in tempo reale implica un notevole carico computazionale, ed è proprio in questo contesto che gli encoder hardware dimostrano la loro superiorità. A differenza di soluzioni software come Wirecast o OBS, dove l’elaborazione grava sulla CPU del computer, gli encoder dedicati affidano il processo di codifica direttamente al proprio chip interno, liberando risorse e garantendo maggiore stabilità. Essendo progettati esclusivamente per la codifica AV, questi dispositivi riducono sensibilmente il rischio di blocchi o interruzioni durante le trasmissioni live. Una volta completata la codifica, l’unico elemento critico resta la connessione di rete: lo streaming richiede infatti una linea affidabile e performante, con una banda in upload sufficiente a veicolare il flusso verso la CDN (Content Delivery Network).

 

Ecco alcuni esempi di encoder dal catalogo Audio Effetti:

  • Blackmagic Streaming Encoder 4K: encoder hardware H.264/H.265 con ingresso 12G-SDI, uscita webcam USB-C e supporto per RTMP/SRT.  
  • Blackmagic Web Presenter 4K: encoder hardware per lo streaming diretto in Ultra HD su piattaforme come YouTube e Facebook 
  • Datavideo NVS-35: encoder H.264 compatto che consente lo streaming simultaneo su due piattaforme e la registrazione locale su SD 

 

E, a proposito di Blackmagic Design, l’azienda australiana ha recentemente annunciato alcune interessanti novità, proprio nel settore degli encoder / decoder, che vi presenteremo a breve, quindi… stay tuned!

Non dimentichiamo il comparto audio…

…partendo proprio dal primo anello della catena, quello di “cattura” del suono. Negli ultimi anni stanno riscuotendo un certo interesse gli array beamforming (come il Sony MAS-A100), ideale per sale conferenze dove spesso sono necessarie soluzioni quanto più possibile discrete. Ne sono un esempio le più raffinate boardroom, dove è molto apprezzato un microfono praticamente invisibile montato a soffitto.

 

Tuttavia, non sempre il budget previsto per la realizzazione di queste sale ne consente l’utilizzo. In tal caso, la soluzione classica prevede i microfoni a collo di cigno disposti sul tavolo, molto diffusi nelle sale consigliari (vedi ad esempio il Rondson BE-10MIC, che fa parte in realtà dell’intero sistema per conferenze BE-10CONF), oppure, per le presentazioni, i sistemi wireless UHF multicanale, con microfoni palmari, ad archetto o lavalier, che sono molto diffusi.

Fra i primi, cioè i sistemi wireless con microfono a mano, segnaliamo l’Audiophony PACK-UHF410-Hand-F5. Si tratta di un prodotto di alta qualità, che lavora nella gamma UHF da 514 a 564 MHz, un range ottimale dopo che l’ultimo PNRF (Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze) ha introdotto ulteriori limitazioni sulla banda utilizzabile per i radiomicrofoni. Il trasmettitore offre una potenza di uscita ERP di 35 mW, che consente una portata leggermente maggiore rispetto ai sistemi analoghi e ben 997 frequenze programmate, mentre il ricevitore è una sofisticata unità True Diversity, con doppie antenne rimovibili, dotato di funzione auto-scan. 

Questo sistema esiste anche in versione con microfono ad archetto e bodypack, lasciando inalterato il ricevitore: il PACK-UHF410-Head-F5.

Se occorrono invece due microfoni a mano, si può prendere in seria considerazione il sistema Rondson BE-5038/2H-83. 

Questi sono solo alcuni esempi di modelli, di cui trovate ampia scelta qui: Sistemi wireless.

Per quanto riguarda i mixer, normalmente un semplice modello analogico di buona qualità è più che adeguato. È importante che disponga di più ingressi microfonici, preferibilmente con alimentazione Phantom, equalizzatore a tre bande, (eventuale) integrazione con effetti DSP, interfaccia Bluetooth e lettore SD / USB per facilitare la riproduzione di contenuti multimediali.  

Potete quindi spaziare tra questi modelli del nostro catalogo Mixer Audio, nel quale vi segnaliamo in particolare Audiophony MPX8, ottimale per sale riunioni e disponibile anche nella versione più ridotta a 6 canali, HPA Promix 6R per spazi ridotti e installazioni semi-permanenti e il Power Acoustics MX 22 UB 2HF, che integra anche un ricevitore per due radiomicrofoni.

Infine, non ci resta che fare un accenno ai diffusori, con i modelli più sofisticati di Harmonic Design di tipo beamforming di cui abbiamo già parlato qui, progettati e pensati proprio per contesti complessi dove la direzionalità controllata e, di conseguenza, la chiarezza del parlato sono fondamentali.   

Per il resto, in questo tipo di applicazioni è sempre consigliabile usare quelli a colonna. Le più recenti tecnologie ci portano a modelli Dante ready attivi da installazione come Segon JS-POE3, appunto con modulo Dante integrato e alimentazione PoE. 

Chi invece preferisce colonne passive di tipo tradizionale, potrà orientarsi sull’Audiophony iLINE83, perfettamente centrato per la riproduzione del parlato.

In conclusione, l’adozione di strumenti AV avanzati per sale conferenza, eventi aziendali, lancio prodotti e aule multimediali destinate alla didattica non è solo un upgrade tecnico, ma un vero salto culturale verso ambienti più dinamici e connessi.

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